RAM Tv Militello

Ragione Sociale RAM Tv
Indirizzo 95043 Militello V.C. (CT)
Telefono 095-655777
Responsabile Franco Medullà
Data Prima Emissione 1973
Finte Trasmissioni 1993
Tipologia Commerciale

 

· Storia

Tratto dal sito www.girodivite.it

 

La storia della Ram TV dura oltre un ventennio e nasce così, in uno scantinato. Il suo fondatore, Franco Medulla, circa trent’anni, fa ha creduto con pochi amici suoi, ragazzi come lui, alla possibilità di trasmettere immagini, di fare, per così dire, televisione.

 

di Paola Fagone, Data 4 maggio 2005

 

 

Tutti i giovani hanno un laboratorio dove creare sogni, nascondere i propri desideri e aspettare che si realizzino.

 

La storia della Ram TV dura oltre un ventennio e nasce così, in uno scantinato.

 

Il suo fondatore, Franco Medulla, circa trent’anni, fa ha creduto con pochi amici suoi, ragazzi come lui, alla possibilità di trasmettere immagini, di fare, per così dire, televisione.

 

A dieci dalla sua chiusura, era il ’93 quando una legge imponeva il pagamento di trecento milioni, (Legge 6 agosto 1990, n. 223. Disciplina del sistema radiotelevisivo pubblico e privato. La cosiddetta “Legge Mammì”) la fideiussione avrebbe permesso all’emittente privata di sopravvivere o di sparire per sempre.

 

Naturalmente la RAM TV non aveva i numeri per trasmettere, non superando i venti milioni il reddito prodotto dagli spazi pubblicitari degli inserzionisti.

 

Con quella legge furono cancellate definitivamente trecento televisioni locali.

 

Legittima la decisione di disciplinare un mercato abusivo che mandava in onda solo film porno, (negli anni settanta le televendite non avevano del tutto monopolizzato il mercato televisivo privato).

 

La RAM TV non ha mai trasmesso programmi dubbi o di cattivo gusto, anzi, ha filmato meticolosamente, con i “potenti mezzi” autocostruiti, tutte le situazioni emblematiche di Militello in Val di Catania.

 

Dalla vita politica, che vedeva gli allora esordienti on. Burtone, on. Bianco e Nicolosi o le comparsate autorevoli di Scelba; fino alle partite di calcio dello Sporting Militello.

 

Ho garantito un servizio pubblico gratuito a malati ed invalidi - dice Franco Medulla - trasmettendo ore di processioni religiose, altrimenti proibite a persone anziane, che non potevano partecipare. Ma è anche vero che per settimane passò i Teppisti dei Sogni, reduci di un concerto militellese memorabile... Cose di altri tempi. Altra gioventù.

 

Tanti i consigli comunali, gli eventi di varia natura, i programmi musicali e quella presentatrice “scordiota” che furono costretti a cercare, giacché le fanciulle militellesi, difficilmente, si sarebbero esposte così pubblicamente. Erano altri tempi anche per questo.

 

Tutto ciò è stata la RAM TV fino alla sua definitiva chiusura; fino all’inevitabile ricorso al Tar, un atto dovuto anche se la sentenza, pubblicata in questi giorni, sembra scontata.

 

Qualche tentativo di recuperare l’azienda, costituita come ditta individuale, lo si è fatto, ad esempio, con il contratto part-time per almeno tre dipendenti, (un giovanissimo Lucio Gambera, la compianta Alda Ragusa, Nello Scavo, attuale giornalista di Avvenire) che si occupavano della redazione giornalistica.

 

Una scelta obbligata, dettata dal fatto che la televisione, avendo una testata giornalistica, regolarmente registrata al Tribunale di Caltagirone, doveva garantire dei passaggi a carattere informativo.

 

Lo prevede la legge e lo si è sempre fatto, fin dal 1977, anno in cui fu trasmesso il primo Ramgiornale.

 

- Era difficile mettere in piedi un notiziario; a Militello non succedevano grandi cose... - aggiunge il padre fondatore della rete televisiva.

 

La storia recente militellese dunque è archiviata in bobine, nastri, cassette (oltre 1200), cataloghi; insomma, in una fornita cineteca che potrebbe essere di uso e consumo per studenti, ricercatori, semplici curiosi.

 

Ovviamente, manco a dirlo, da non disperdere.

 

La proposta delle Biblioteca Comunale E. Majorana di acquisire il materiale è rimasta sospesa, come è facile dedurre.

 

Nel periodo esplosivo di radio e televisioni private, le telecamere artigianali diventano autentici cimeli rimasti intatti, come lo studio in cui allora si trasmetteva.

 

Rimane la delusione cocente verso una televisione-azienda, a conduzione familiare, come nella migliore tradizione italiana, che non è decollata.

 

Curiosa la “leggenda di Berlusconi”, allora giovane e rampante imprenditore, che la voleva comprare per trasmettere le prime trasmissioni dell’allora neonata canale 5. - Ma è vera questa storia?

 

 -Qualcuno si fece vivo, anche da Palermo, ma nessuno si è presentato a nome di Berlusconi. Si preferì Montelauro. Comunque, non ho mai ricevuto proposte attendibili.In ogni caso, non avrei mai snaturato la mia emittente. Volevo che restasse una cosa squisitamente militellese.

 

Ha fatto bene? Chissà, magari avrebbe dovuto cogliere l’opportunità...

 

Cosa è rimasto dunque delle programmazioni migliori, del Cantabimbo, che vedeva schiere di bambini cantare sulle note “della banda dei cinque”; del Festival del Migliore, pseudo corrida televisiva ante litteram?

 

E delle nozze Baudo Ricciarelli, del seguito Campanile d’Argento (in collaborazione con Teletna), e di Turi Giuffrida?

 

Che ne è stato del presentatore catanese che nel novembre del 1976 presentò uno sperimentale prototipo di telequiz televisivo?

 

I soldi servono e non servono, come sempre, in quel caso servivano a mantenere viva una realtà televisiva, sicuramente minore, ma che ai giorni nostri avrebbe potuto avere degli sviluppi interessanti.

 

Chi vuole cogliere il messaggio, lo faccia... - Signor Medulla, ne parla ancora con una punta di amarezza...

 

- No, non amarezza, con rabbia, rabbia vera.

 

Si ringrazia Paola Fagone per aver concesso la pubblicazione dell'articolo.

 

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Ultimo aggiornamento: 4 Ottobre 2005